Arte, cultura e tradizioni

Il Monumento a Carlo Emanuele III

la statua dedicata a Carlo Emanuele III di Savoia è uno dei monumenti principali di Carloforte. Venne realizzata nel Settecento per omaggiare il sovrano che si era speso per far rientrare in patria centinaia di prigionieri catturati dai pirati tunisini

Il monumento a Carlo Emanuele III di Savoia è probabilmente il più amato dai cittadini di Carloforte. Situato nella piazza omonima, il complesso di statue viene chiamato affettuosamente "Pittaneddu” dai locali e ha una storia affascinante: nel 1741 i pirati provenienti dalla Tunisia presero in ostaggio circa 750 tabarchini ma, attraverso complicate trattative condotte dal Capitano della Regia Marina, si riuscì a riportare indietro i malcapitati.

I cittadini di Carloforte, grati verso chi si era prodigato per liberare gli schiavi, decisero di erigere un monumento. Il gruppo, costituito da tre statue di marmo con al centro il sovrano e ai lati uno schiavo africano e una tabarchina, venne realizzato dall’artista genovese Bernardo Mantero ed inaugurato nell’estate del 1786 tra salve di cannone, "Te Deum” in chiesa e una solenne Messa.  All’onere della realizzazione contribuirono illustri carlofortini come  Lorenzo Repetto e il Viceré Lascary.

Pochi anni dopo, nel 1793, il Piemonte e la Francia furono a un passo dallo scontrarsi in guerra: i carlofortini decisero di nascondere la statua per proteggerla in caso di invasione, sotterrandola in un luogo sicuro. Al suo posto fu piantato il cosiddetto albero della libertà. A crisi rientrata la statua venne riesumata ma purtroppo un braccio si ruppe: da allora è rimasta così, monca.

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