Il Territorio

Carloforte: la Madonna dello Schiavo

La storia della Madonna dello schiavo

Nella notte del 2 settembre 1798, a seguito di un'incursione nell'isola di San Pietro da parte di tre navi pirata tunisine, la metà della popolazione dei Carlofortini venne catturata e ridotta in schiavitù. Mentre si trovava in suolo africano, il 15 novembre 1800, il giovane schiavo tabarchino Nicola Moretto rinvenne sulla spiaggia di Nabeul una piccola statua lignea con l'effige della Madonna, la custodì con cura e riuscì a consegnarla al prete del paese. Il ritrovamento fu interpretato come un segnale divino, e i Carlofortini che non avevano mai perso né fede né speranza, una volta liberati dalla prigionia e rientrati in patria, dedicarono all'effige la chiesa della Madonna dello schiavo, detta anche chiesa del pretin in memoria del parroco don Nicolò Segni che condividette il destino di prigionia dei suoi parrocchiani carlofortini.

La festa patronale

La Madonnina nera, tanto cara ai Carlofortini, è ciò che rimane della polena di una nave cristiana portata dai marosi e corrosa dalla salsedine. Ristrutturata e assurta a simbolo della liberazione dalla schiavitù, viene celebrata ogni anno il 15 novembre, in occasione dell'anniversario del suo rinvenimento. Le celebrazioni religiose in onore della Vergine, che prevedono una novena e una processione serale solenne, sono le più sentite della comunità carlofortina.

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