Il Territorio

Il giacimento minerario di Capo Rosso e le sue ocre

Sull'Isola di San Pietro nei pressi di Carloforte è possibile imbattersi in alcuni giacimenti minerari: oltre a quello di Capo Becco è possibile imbattersi anche in Capo Rosso

Molte sono le ricchezze e le peculiarità di Carloforte: tra queste meritano di essere citati i suoi ricchi giacimenti minerari che ne fanno un territorio strategico anche dal punto di vista economico. Oltre a quello di Capo Becco c’è anche il giacimento minerario di Capo Rosso.

Questa miniera di manganese venne dichiarata ufficialmente scoperta con l’emanazione del Decreto Ministeriale dell’11 maggio 1874e venne concessa con Decreto Reale il 20 ottobre del 1876 a Edmondo Piot(che nel 1877 acquisì anche la proprietà della vicina miniera di Capo Becco).

Le ocre di Carloforte

Particolarità di questa terra era proprio l’ocra (un minerale di manganese) che sin dagli anni ’50 erano considerate le migliori del mondo, capaci anche di superare i giacimenti ben più noti della Francia: il loro potere coprente le rendeva ottime per realizzare pitture e vernici, capaci di resistere nel tempo. Sicuramente queste ocre erano note anche prima ma la loro fortuna andò diminuendo nel tempo a causa di una commercializzazione poco fruttuosa: fu un tale Gianni di Livorno, infatti, a decidere di metterle in vendita come Terre di Siena di Sardegna; una chiara dichiarazione di ‘sottoprodotto’ delle famose terre di Siena che già erano ben rinomate sul mercato nazionale e internazionale.

Di certo le ocre di Capo Rosso vennero molto sfruttate tant’è che vennero ampliate le gallerie della sua grotta e si progettò anche di dare vita ad un vero e proprio colorificio, facendo così arrivare al cliente il prodotto già lavorato e pronto per essere utilizzato: questo progetto non venne, però, mai portato a termine, restando solo un’idea geniale.

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